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Bruno Cruicchi ha vissuto in prima persona alcuni momenti decisivi del primo Novecento italiano ed europeo. Combattente nelle trincee del Carso, testimone degli orrori della Grande Guerra, subì l'irresistibile fascino della Rivoluzione d'ottobre e fu tra i protagonisti di quella grande stagione di rivendicazioni sociali passata alla storia come "biennio rosso" e stroncata dalla violenta ascesa del fascismo. Minatore durante la realizzazione della ferrovia "Direttissima" tra Bologna e Firenze, negli anni Trenta riparò in Francia per sfuggire alle persecuzioni del regime mussoliniano. Nel 1963, i suoi ricordi, fatti di grandi sacrifici e grandi sofferenze, lo hanno spinto a «scrivere la vita vissuta», restituendoci uno spaccato di militanza di quella generazione che fu la «più drammatica del movimento operaio e socialista italiano».